giovedì 3 maggio 2012

#7 Deliri stellati sotto il cielo di Berlino

Sveva Casati Modignani scriverà pure dei libri di merda, ma bisogna ammettere che ha scelto un nome d'arte che spacca.
Leggetelo di nuovo al mio tre, insieme a me: Sveva Casati Modignani. La sentite anche voi quella esse che accarezza una vi che si rituffa su una sua gemella confinata tra due vocali? E quel cognome - doppio per giunta - che suona così inutilmente kitsch e ottocentesco? Io queste cose le noto e non credo di essere pazzo: sono semplicemente uno che dà sfogo ai propri pensieri in maniera del tutto casuale, ispirato e punzecchiato dalle miriadi di dettagli inutili che circondano la nostra esistenza. Joyce chiamava queste esperienze epifanie, io semplicemente cazzate, ma non perché pensi che tra noi ci sia chissà quale divario culturale incolmabile: preferisco usare questa definizione perché sono figlio di un'epoca diversa, nient'altro.

Ma dove volevo arrivare con questa premessa? Ah sì, ora ricordo.
Quanto ho scritto finora dovrebbe essere una sorta di tacita conferma del vecchio detto l'apparenza inganna. Insomma, non bisogna essere dei geni per capire che non bisogna riporre una fiducia sterminata nel genere umano e per intuire che le nostre impressioni positive nei confronti dell'altro sono spesso errate, specialmente se ti ritrovi davanti qualcuno o qualcosa che ha un aspetto vagamente piacevole. Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso si ha ragione ed io con uno che somiglia ad una sorta di Dumbo posseduto dal demonio non posso che essere d'accordo.
E poi, se proprio vogliamo dirla tutta, a me la questione del peccato non interessa proprio, visto che non credo ad una specie di Babbo Natale che muove il mondo a suo piacimento senza dare spiegazioni plausibili circa il suo operato. Qualcuno obietterà: è il mistero di dio. Io rispondo: 'sto cazzo! E non la faccio una questione di credenze cristiane, buddiste, musulmane o vattelappesca: in questo sono molto democratico e ritengo ogni confessione priva di qualsivoglia ragionevolezza e profondità. L'unica differenza che riesco a riscontrare tra la Bibbia e, cito a caso, i Veda - i testi sacri della religione indù - è che la prima è di una noiosità mortale, i secondi invece sono di piacevole lettura.

Dove voglio arrivare, si starà chiedendo qualcuno? Niente di più semplice: voglio semplicemente chiarire che continuerò a pensare il peggio di molte delle persone che mi circondano, senza sentirmi in difetto morale verso nessuna di loro. Arrecare del male vuol dire danneggiare qualcun altro, e queste mie assurde elucubrazioni mentali sono troppo astratte affinché possano prendere congedo dalle mie sinapsi per andare ad accoltellare gente ignara ed indifesa, sebbene a volte la tentazione sia grande.

Ergo, non sussiste alcun peccato e vi auguro buona notte.



1 commento:

  1. non riesco a seguirti su blogspot, come faccio a diventare lettore fisso? ç___ç

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